“Identità anonime” su “Alternative rock heaven”

Analisi di “Identità Anonime” a cura di “Alternative rock heaven”

Desma – Identità Anonime

08.05.2015 | Autore Monica Devidè

Identità anonime
 

Ci sono album che ad un primo ascolto risultano anonimi e privi di personalità e che poi, magari, nel tempo ne escono ridimensionati ed interessanti. Ce ne sono altri, invece, che fin dall’inizio ti restano dentro e ti fanno capire che il mondo del rock non è morto, soprattutto il versante nostrano. È questo il caso di Identità Anonime, primo full lenght dei bresciani Desma, venuto alla luce dopo aver aperto il concerto italiano del 2012 dei mostri sacri come Iggy Pop and the Stooges, quindi non proprio gli ultimi degli ultimi.

Iniziamo con una scarica di adrenalina grazie a Visione Liquida che ti fa subito venire voglia di saltare e sudare come un matto. La canzone fila via praticamente fino al finale, senza sbavature o cadute di stile: a puro parere personale, avrei chiuso in una maniera diversa, ma non amo molto lunghe parti con versi ripetuti.
Abbassiamo leggermente la carica, ma neanche di troppo, con Ombre, che porta anche qualche suono elettronico che ricordano i Subsonica qualità aggiunta ad un altro pezzo di ottima fattura e che con Visione Liquida fa un bellissimo uno-duo tutto da pogo. Molto d’effetto il finale totalmente strumentale.
Con Indifferente iniziamo a conoscere la parte più intimista dei Desma. Non solo la voce di Alberto Gobbi diventa più struggente, ma anche il piano in sottofondo crea un ottimo connubio da ballad. Devo ammettere che la canzone in sé mi spiazza: mi ricorda nettamente qualcosa di già sentito, ma non riesco a ricordami cosa, nonostante l’abbia riascoltata decine di volte. Comunque non è che questo diminuisca il valore del pezzo, che ha il grande merito di calmare i toni dopo il rush iniziale e prima di Falsi Dei che ti fa tornare voglia di scapocciare e urlare. Probabilmente uno dei pezzi migliori di questo album già grandioso.
Illusione è il classico “singolone”: molto catchy, ti prende subito, tematiche di coppia e un testo che inizi a canticchiare praticamente da subito. Sia chiaro, non è assolutamente un problema, anzi, credo che sarebbe perfetto per le radio, anche quelle più commerciali, perché sembra veramente concepito per passaggi frequenti e questo va bene, perché nonostante sia il pezzo più easy dell’album è comunque di altissimo livello e che farebbe sfigurare qualsiasi pezzo mainstream.

Torniamo a sonorità più dure con Vedova Nera e l’elettronica che spicca in maniera imperante: canzone di non facile assimilazione, ma che va riascoltata più volte per essere apprezzata come merita; non semplice da descrivere, se non che è la migliore in assoluto del lotto. Nuova Alba è leggermente più tranquilla della precedente e si ritrova quel lato struggente che già avevamo visto in Indifferente, merito soprattutto della voce di Gobbi che ha una particolare tonalità “sofferta”.
Siamo in dirittura d’arrivo e abbiamo una pompatissima Inganno dell’Orgoglio che si distingue dalle altre per il bell’assolo di chitarra verso il finale che porta una dimensione nuova rispetto al resto del lavoro. Mi ricorda molto gli anni ’90 come tipo di assolo, tanto che mi è venuta in mente November rain, quindi doppiamente bravi.
Finiamo con Pochi Minuti, pezzo abbastanza ritmato, ma comunque orecchiabile e “radiofonico”che ha un retrogusto di Negramaro, soprattutto nella parte conclusiva, ma che chiude più che bene un album di mirabile fattura.

Dunque, qui abbiamo un gruppo di altissimo valore che già al primo lavoro è riuscito a fare centro. C’è grinta, c’è voce, c’è affiatamento e c’è sicuramente una grandissima voglia di fare e migliorare, limare quegli unici piccoli nei che ognuno di noi ha. L’uso dell’italiano, inoltre, a mio avviso aumenta il valore dell’album perché è sempre un azzardo usare la nostra lingua madre in un paese così esterofilo e che tenta sempre di più di soppiantarla con termini e slang stranieri.
Magari alcuni passaggi non sono originalissimi e sanno di già sentito, ma questo non inficia il valore del loro lavoro.
Termino dicendo che i Desma sono il gruppo che più mi ha sorpreso e più mi ha preso nell’ascolto da quando ho iniziato a recensire, ve li consiglio caldamente e auguro loro un futuro radioso su tutti i palchi del Bel Paese.

Voto: 98/100

Monica

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